venerdì 22 novembre 2013

We can do this!

è che mi viene da chiedermi come faccio a scrivere sul blog, se ho altro da fare. se ho altro da scrivere (sì, preferisco tenere tutto minuscolo non perché faccia più figo, non fa più figo, fa mentecatto finto adolescenziale, ma preferisco questo allo scrivere la "è" maiuscola con l'apostrofo al posto dell'accento, è una cosa che mi fa venire l'orticaria. sì lo so che si può fare su word e copiare da lì, o che me la posso googlare. non ne ho tempo. non ne ho voglia).

è che ultimamente attraverso fasi di esaltazione e di scoramento. nel mezzo, mi faccio desiderare dicendo spesso "non ho tempo, non posso, non riesco, non esco", non perché sia davvero una tecnica di seduzione, ma perché il più delle volte non ce la faccio. ho scritto un articolo pseudo accademico che mi ha impegnato quasi come il primo capitolo della tesi, ora sono in ambasce finché non me lo leggono e approvano (e pubblicano, grazie mille). vado tutti i giorni in redazione per mezza giornata, ci sono giorni che scrivo un articolo all'ora, riduco e adatto foto, spammo sui social network e vado a conferenze, e altre di calma piatta. continuo a fare ripetizioni al povero francè, che altro che blanka (no, non quello di street fighter, quello di zerocalcare), è proprio un patatone, e meno male che c'è lui perché è l'unico che mi paga. mi propongono di fare i contenuti per un sito, anzi no la social network girl per dei clienti misteriosi, anzi no la copy dell'agenzia, io mi esalto e poi mi spavento subito. le mie giornate continuano ad essere di 24 ore (anzi di meno, contando quanto dormo), rimango indietro con le serie tv, non leggo da secoli ("il marketing 3.0" è un titolo che non mi appassiona. negli spostamenti mi porto dietro sempre il mio fedelissimo ma ingombrante pc che pesa come una carriolata di mattoni e non lascia spazio nemmeno per il kindle, e ho un disperato bisogno di un massaggio alle spalle).

a volte odio la gente. mi infastidisce, e va a finire che lancio occhiate di fuoco a quello che in piscina mi vuole passare davanti, che dò spallate, che impreco neanche tanto a bassa voce.

eppure sono felice, eppure (anche se non sembra) non me ne lamento. sto evitando, al meno per il momento, la sorte dei miei coetanei che, brillantemente laureati, aspettano che gli cada il lavoro dei sogni tra le braccia. e sto evitando anche quella di chi, parimenti brillantemente laureato, ha un lavoro che lo sta rincitrullendo (una mia compagna di corso è stata assunta dal suo liceo fighetto privato. ora su fb pubblica status come quelle prof dei licei fighetti privati che pensano di essere fighe e al passo con i tempi. e invece no. chissà se faceva parte delle condizioni di contratto, la lobotomia). sono in anno sabbatico, insomma.

e poi c'è tumblr che, per parafrasare il nipotino paul, "è pieno di cose meravigliose".

4 commenti:

  1. Giuli ma che brava! Se c'é una cosa che non riuscirei proprio mai a fare é lavorare nel mondo del giornalismo, hai tutta la mia stima! :D dove esce questo articolo semi-accademico, che lo voglio?

    (...ho una vaga idea di chi sia la persona dell'ultimo paragrafo...)

    Un bacione!
    Anna

    RispondiElimina
  2. (L'ho descritta bene allora :D)

    Anna, sei troppo buona! Ma grazie per aver commentato, soprattutto perché così ora ho scoperto il tuo blog. Finalmente ne hai aperto di nuovo uno! E ti stalkererò.

    Per l'articoletto semi-psuedo-para-accademico, se e quando lo pubblicheranno (non ricevo notizie da un po') lo spammerò in lungo e in largo (noi non PhD dobbiamo consolarci in qualche modo ;) ). Cuorissimi!

    RispondiElimina