giovedì 20 dicembre 2012

XOXO, Gossip Girl

Ebbene sì, guardo Gossip Girl. (O meglio, guardavo Gossip Girl,è stata trasmessa l'ultima puntata, la 6x10, e se dio vuole questo scempio della logica è giunto al termine). Ma, come dice il marito traditore sorpreso dalla moglie in pose compromettenti con la giovane segretaria "non è come sembra, posso spiegare".

Come ogni scusa che si rispetti, comincerò con: ero giovane e ingenua (tre anni fa, n.d.r.), e mi annoiavo. Sapevo della serie, delle mie amiche la guardavano, allora perché no? Era trash a sufficienza da soddisfare il lato da casalinga di Voghera che alberga in tutte noi. C'erano un sacco di bellissimi vestiti. I personaggi erano giovani ricchi e viziati, la cosa positiva era che non si fingevano brave persone, e non c'erano (finti) buoni sentimenti come altrove. No, loro erano belli, ricchi e stronzi, ricattatori e manipolatori. Come in ogni telefilm per adolescenti che si rispetti, andavano a scuola come passatempo, per il resto erano occupati nella routine del bel mondo, andando a feste troppo cool per essere vere nella vita vera (almeno una ad episodio, con conseguente sfoggio di abiti che neanche la notte degli Oscar), odiandosi e amandosi a fasi alterne (talvolta contemporaneamente), ma soprattutto facendosi spiare da una blogger misteriosa che, grazie a soffiate di gente psicopatica (che di psicopatici è pieno il mondo, figuriamoci l'Upper East Side), li teneva continuamente sotto controllo, criticando e rovinando loro la vita almeno cento volte a puntata.

Era stupido e insensato, ma divertente. Lo guardavo con le mie amiche, ne ridevamo, ed era un po' come tornare gggiovani, a guardare questi telefilm pensati per i gggiovani (poi non lamentatevi se a quattordici anni le ragazzine vogliono mettersi in taccazzi e miniabiti per andare a ubriacarsi e cercare di perdere la propria verginità in limousine - che di quella scena parlano sempre tutti sulla riga del "omiodddioooo che cosa romantica", ma, seriamente: che schifo).

... dando il via ad aberrazioni riassunte brillantemente dal geniale creatore delle photo recap più divertenti di sempre.
http://nowhitenoise.com//2011/12/gossip-girl-1-07-victor-victrola-photo-recap-fun-with-dick-and-jenny
Comunque, al di là del classico nonsenso, la storia è diventata presto sempre più assurda, fino a diventare esilarante proprio per questo.
In principio erano così:
1) la biondazza gambalunga, la strafiga che all'inizio sembra pure quella buona, ma in realtà è solo perché si innamora (e sempre perdutamente, eh) di chiunque la guardi negli occhi per più di cinque secondi. Millanta un passato problematico e che nessuno la capisce, ma in realta il suo problema è che è troppo ricca.
2) l'immancabile amica della bionda, che ovviamente deve essere mora/castana. La cosa fica è che di solito l'amica mora/castana è un po' sfigata, mentre lei è quella che: haven't you heard? I'm the crazy bitch around here. Finge anche lei di essere problematica (il ragazzo con cui sta da anni non vuole concedersi, ma si è già concesso alla biondazza ubriaca), ha problemi di bulimia in una puntata, che poi vengono comodamente dimenticati, decide di sconvolgere i benpensanti lasciando il suo ragazzo e andando con il suo migliore amico subito dopo. Cose che succedono.
3) il ragazzobello, quello che sta con la mora ma fa cose con la bionda (ma poi anche con la mora, ma poi ancora con la bionda). All'inizio è il preferito di tutte quelle che guardano la serie, poi ci si rende conto che è un po' stupido, povero caro. Non si può avere tutto dalla vita.
4) quello ricco, stronzo, pericoloso (solo io mi ricordo con inquietudine che nelle prime puntate metteva le mani addosso a Serena e a Jenny?). Ovviamente diventerà l'eroe, anche se si veste in modo imbarazzante.
5) l'outsider: il ragazzo povero (povero per gli standard, è comunque più ricco di me e voi messi insieme) che vorrebbe tanto uscire con la biondazza (ci riesce! ci sta anche insieme, alla biondazza, è tipo la sua storia più duratura, chi l'avrebbe mai detto)
6) la sorella dell'outsider, o wannabe, che ci prova con tutta se stessa a uniformarsi, combina solo casini, e ciclicamente se ne pente andando dal padre a piangere dicendo che "sarò brava! cucirò vestitiiii", perché ovviamente il suo sogno è fare la stilista.
Non è difficile immaginare che il vero figo, almeno nella prima serie, è l'unico uomo con la barba, ovvero il padre dell'outsider e della wannabe, detto anche camicia di flanella & waffles. Il quale, uomo altrove sposato, se la fa con la mamma della biondazza. Che è bionda anche lei, ovviamente.

I vari personaggi che si avvicendano sempre più caoticamente sulla scena (l'amica dell'outsider, la dura e pura "io non sono come questi corrotti consumisti" che si ripassa tutti i maschi del cast e poi sparisce nel nulla; il fratello della biondazza, che era l'unico simpatico; vari figli, mezzi figli, figli adottati; madri che forse hanno lasciato orfano il figlio, ma forse no, e forse non sono mai esistite; padri che risorgono; tanti, tantissimi ex; gente che si finge altra gente che si finge altra gente; gente mandata in galera; figli di ambasciatori che spacciano (i figli, spacciano, mica gli ambasciatori); principi; francesi dagli accenti ridicoli; francesi (donne) dal taglio degli occhi in giù; cliché) sono sopportabili solo in due casi: 1) trovate esilarante il caos senza senso; 2) vi dimenticate le cose con una puntata con l'altra (in tal caso, siete pronti per il Grande Fratello di Orwell). Perché, davvero, ci sono tante, tantissime cose senza senso. Che si sono trascinate per SEI. LUNGHE. STAGIONI.

Notare la sostituzione della bionda wannabe con un'altra

1) La biondazza continua a passare da un'amore pessèmpre all'altro. Va a finire che si mette col suo Primo (si fa per dire) Grande Amore, l'outsider della prima serie, quella che era stata anche la sua storia più lunga. Ma che, davero? Tutti sti giri, e alla fine di nuovo con lui?
2) La mora alterna attacchi di gelosia a folle passione per la bionda (in amicizia, eh. Ho letto in giro che i libri - sì, ci sono libri su ste cose - presentano la relazione tra le due come ambigua. In effetti, questo spiegherebbe le scenate e il bisogno di possesso), si ripassa anche lei un po' di gente, sempre però facendo finta di niente, e in realtà morendo dietro a quello che si vestiva male, e che è sempre più ricco e parla con voce sempre più da maniaco. Nel frattempo, ha smesso di essere una crazy bitch, per inseguire il sogno più liberatorio evah: sposarsi. E figliare. (Nell'ultima serie le fanno fare la stilista, ma è chiaro che non ci crede nessuno). Si sposa prima col principe, poi col Vero Amore Con La Voce Da Maniaco.
3) Quello bello viene usato brutalmente dalle donne, ogni new entry del cast finirà prima o poi a letto con lui, soprattutto se è over 40. O, come nell'ultima serie, under 18. Nel finale è un uomo importante e affermato (non coniugato, grazie a dio, c'è speranza per tutte) e sembra che si candiderà come sindaco di New York. Lui, che sa solo giocare a lacrosse. (Risate)
4) Chuck Bass risolve tutti i suoi conflitti edipici rinunciando a capirci qualcosa sulla madre (è morta? è viva? Lo vuole vedere? Non lo vuole vedere? è quella signora che stava con Nate?), e lasciando morire il padre, che dopo essersi mostrato cattivissimo si trova appeso a una balaustra su un grattacielo. Lui è lì, non lo aiuta, lo guarda ansimando (tipo Luke/Darth Vader, però al contrario), poi lo lascia cadere. E dice "eh, non mi sento colpevole. Però lo sono". La moralità 2.0.
I vari personaggi che erano spariti tornano tutti in silenziosi quanto confusionari cammei alla rivelazione che Gossip Girl, la blogger misteriosa che rovina da anni la vita ai nostri, è...
5) L'outsider. Ora, dato che io mi fregio sì di appartenere a quelli che amano GG perché amano il caos senza senso, ma temo in realtà che mi stiano facendo il lavaggio del cervello spingendomi ad accettare ogni cosa mi propinino, quasi quasi mi lascio convincere. Ma dopo sei stagioni dove, palesemente, non si aveva idea di chi fosse GG perché neanche gli sceneggiatori ce l'avevano, non posso lasciarmi infinocchiare. Non Dan! Va bene, ce lo aspettavamo tutti dalle ultime puntate, soprattutto da quel "ho un piano, l'ho sempre avuto", che personalmente ho trovato inquietantissimo. Ma gli sceneggiatori ci credono, tanto da costruirci sopra un finale dove tutti sono contenti: tutti, quei due che si sposano così lei non potrà testimoniare contro di lui a proposito della morte del padre; genitori che vedono felici i figli non combinare nulla nella vita; la wannabe che torna per fare la portaborse; l'uomo con la barba che diventa sbarbato per stare con la donna bionda  e ricca, viene mollato, e alla fine lo vediamo sì baciare a stampo la bionda, ma stare con un'altra (e gli occhiali, mio dio, gli occhiali!); la coppia della prima serie che dopo essersi fatta di tutto nelle stagioni intermedie, si sposa (in casa) nell'ultima; governanti polacche che parlano con accenti ridicoli, e via di questo passo.

It makes no SANSA.

Comunque, grazie per le photo recap (le trovate qui). Io mi ricorderò le risate, l'essermi beccata un "a-romantica!" per aver riso sguaiatamente su una scena drammatica, l'assurdità crescente. Un po' mi mancherà.

lunedì 10 dicembre 2012

La robba (& roba sparsa)

Sabato sera non mi arrivavano più messaggi sul telefono (il che può essere un problema se si sta decidendo di cambiare posto dove andare mentre si è già per strada, e lo si vuole comunicare all'altra macchina). Memoria in esaurimento, ho provato a cancellarne un po', poi, stufa marcia, li ho eliminati. TUTTI.

Ora, io, essendo notoriamente troppo affezionata alle cose, conservavo messaggi preistorici. Solo perché erano belli, o mi ricordavano un momento importante, o erano stati mandati da una persona a cui volevo bene (c'era questa abitudine quando avevo cominciato ad andare alle superiori, che le ragazze, ancora confuse dal passaggio diario segreto/sms inviati istericamente, e limitate dal ridotto spazio di memoria delle schede, si segnavano su un quadernino quelli più belli. Io non l'ho mai fatto. Sì, lo so, sono fredda, vedere post precedente).

Non l'ho mai fatto, però cancellare certi messaggi è sempre un po' una sofferenza (sono una falsa fredda? Una Reykjavik che subisce gli effetti del riscaldamento globale?), anche se so che razionalmente non ha alcun senso: non mi metto mica a rileggerli, ormai  non ho più l'età per certe cose. Ho praticamente interiorizzato tutte le perle di saggezza che mi sono state donate nel corso di tutti questi anni di scemenza, e che uso come filosofia spicciola nei momenti del bisogno.

C'erano anche i messaggi arrivati sul numero svizzero e salvati sul telefono, appuntamenti alla cafèt e alla metro, numeri di appartamenti, flirtosità e inviti a cena. Anche questi mi spiaceva perderli (vabbè, mica tutti, solo alcuni), ma anche questi ormai fanno parte del passato (sigh. Tra l'altro, un numero spropositato di persone mi ha chiesto, ultimamente: "ma allora adesso non torni più? Stai qui in pianta stabile?", ma secondo te?!). E non vuol dire che me ne dimenticherò.

Insomma, sono libera e felice come una farfalla, ora. Pronta a riaccumulare avidamente messaggi per i prossimi due anni, neanche mi chiamassi Mastro Don Gesualdo e volessi sempre più robba.


Trovata su iwastesomuchtime.com


La scorsa settimana ho visto i nanotèc (e Morgane), mi sono ammalata, sono guarita, si è laureato il primo amico dell'uni, sono arrivati i biglietti dei Muse (, li ho presi), ha nevicato, ho cucinato e mangiato un sacco, ho risposto in modo pungente a domande noiose, ho visto una mostra e ho bevuto la prima cioccolata della stagione. Fastidi: gente che non usa gli articoli (ma quanti siete?!).

Questa settimana devo scrivere un sacco per la tesi, parlare col relatore, fare lezione di latino intensivo a M. che già panica per il suo esame, pensare alla lezione di stasera e ai regali che qualcuno si aspetta (fra due settimane è Natale e non sembra, ma ho già ricevuto un invito per una serata prenatalizia). Questa settimana (oggi!) torna anche A. dai successi oltreoceano, ho un pranzo in sospeso con un'amica e una lettera da spedire.

PS: Ho appena visto una foto di Meera Reed sul set di Game of Thrones. Senza lancia (il primo fan si è già lamentato). Non per dire, eh, ma la mia Meera  la lancia ce l'aveva.

Per fortuna c'è un nuovo rito del lunedì (a lunedì alterni), con cui perdere un po' di tempo subito a inizio settimana.
Colonna sonora (you could have been number one, and you could have ruled the whole world, and we could have had so much fun, but you blew it away).

Aggiornamento (che poi la devo smettere con sta cosa di aggiornare il post dopo un paio d'ore solo perché mi sono venute in mente altre cose)
Questo blog è disabitato. Cioè, ci scrivo io, lo leggono in due, e a me va anche bene così. Però nei miei giri e rigiri di cazzeggio, oltre ad aver scoperto blog che mi piacciono, ne ho trovati anche molti, troppi, inutili. E brutti. E noiosi. E banali. E se tutti questi blog inutili, brutti, noiosi e banali (i.b.n.&b.) hanno  ventimila commenti per la serie "ooooooh ma come scrivi bene!", beh, penso che qualche complimento se lo meriti anche il mio. Così ne ho approfittato, seguo su Bloglovin una manciata dei blog che spulcio più di frequente, e aggiungo anche il mio: Follow my blog with Bloglovin

martedì 4 dicembre 2012

Deliri da febbre: ingegneri e Reykjavik

(Avviso ai naviganti. In questo post ci sono un po' di cose sparse, il senso logico non è richiesto né previsto, abbiate pazienza).

Mentre stanotte rabbrividivo alternativamente di freddo e di caldo, pensando che "sì, forse ho un po' di febbre" (39, come da migliore tradizione), mi è venuto in mente di quando mi dicevano che "la febbre ti fa diventare più alta". Ah-ha. BALLE. A fatica ho raggiunto un'altezza a stento dignitosa, e mi stupisco ancora quando mi rendo conto che ci sono ragazze più basse di me. Ho amiche più basse di me, ed è stranissimo rendersi conto di essere la più alta o quasi del gruppo quando sei sempre stata abituata ad essere quella bassa. Poi di norma le mie amiche (e i miei amici) sono tutti più alti (e molto più alti) di me, quindi il problema non si pone.

Ieri ero a Torino, ho rivisto i miei vicini di casa del primo semestre, gli i.i. alias nanotèc, insieme alla mia voisine/petit soeur, che mi dice che nel mio studiò ora vive un surfer australiano biondo. Eh, son cose.

Ieri era una giornata bellissima, invernale ma con il cielo pulito e tantissima luce. Un lunedì di vacanza, insomma. Ed è stato strano ritrovarmi in un contesto completamente diverso con quelle persone con cui condividevo pranzi e cene e spese dell'ultimo minuto, e il "te lo ricordi, quando ci siamo incontrati alla metro, e ti abbiamo parlato in francese?", e la voisine che mi dice che è merito mio se lei e il marchigiano stanno insieme, perché li avevo portati con me al party di Thanksgiving l'anno scorso (dove io avevo incontrato il belga, tra l'altro. Beh, non può andare bene per tutti). Suddetto marchigiano che mi fa fare il tour della città tenendo sulla spalla il completo con cui si cambierà prima dell'ennesima proclamazione di laurea. Il caro vicino che ci segue trascinando il trolley ("Dentro ho il completo, un sacco a pelo, della roba sporca. No ma non si sarà spiegazzato, eh"). "E tu cosa stai facendo adesso?" "La risposta breve è che sono in vacanza" "E quella lunga?" "Che mi sto muovendo per fare domande per un dottorato" "Ah, quindi sei in vacanza". "Sei andata a votare alle primarie?" "Certo! E tu?" "No, alla fine no. E chi hai votato? Aspetta... sisi, avrai votato la Puppato" Sì! Ma come hai fatto ad indovinare?" "No, davvero?! Cioè, uno dei tre voti era il tuo?! Comunque era troppo facile, tu sei fissata con le donne al potere".

Mi sono trovata per l'ennesima volta circondata da Politecnici ("ah, e così sei una sua amica. Fai anche tu ingegneria?" "No. Faccio Lettere. Classiche" "...ah" "Ci siamo conosciuti a Losanna l'anno scorso, eravamo vicini" "...ah. Ma, uhm, sei dell'Università di Torino?" "No, della Statale a Milano" "..." "..." "... no, comunque parli bene francese!" (e cosa c'entra??!)), ho provato a spiegare la mia tesi per l'ennesima volta ai non addetti ai lavori (troppo faticoso), ho obbligato il marchigiano a farsi fare le foto con la voisine, ho partecipato io stessa alle foto di gruppo ("Tutti insieme! Come una famiglia!"), e ho fatto la nerd ("ah, eri anche tu a Lucca! Pure io!"). Ho anche pensato di fare la escort per le feste di laurea degli ingegneri (quelli che la nonna li tormenta con "ma allora hai trovato una ragazza?". In fondo ho una faccia pulita, so fare conversazione e fingere interesse e conoscenze che non ho. Alle nonne e agli zii dovrebbe bastare), se non che ho scoperto che ci sono anche delle ingegnere donne e molto carine - e che non tutti gli ingegneri sono orrendi. Peccato, era un mercato interessante.

"Figlia, ma io ti mando a queste cose così poi tu ti trovi un bravo ingegnere... e tu mi dici che non ne hai incontrato manco uno?" "Manco uno che andasse bene".
Anche perché poi mi sono resa conto che in treno, all'andata, mi si era seduto di fronte uno con la classica faccia da ingegnere. Che ha anche tentato un approccio piuttosto banale ("Scusa, la prossima fermata è Novara?" "BBOOOOH!"), e ripensandoci mi è dispiaciuto, ma io stavo ascoltando la mia musica e non volevo essere disturbata. Se preferisci canticchiare fra te e farti i fatti tuoi piuttosto che chiacchierare con un'altra persona, vuol dire che il tizio in questione non ne vale la pena, no? Oppure che sei sociopatica.
Ed ero anche immersa nella lettura, avevo comprato Velvet (perché costava solo 1 euro. E io adoro fare viaggi in treno con una rivista patinata in mano, o un libro nella borsa, o un giornale sottobraccio). Una lettura inutile, davvero, ma con un articolo illuminante.

Io sono una Reykjavik.

Mi è stato detto più volte, e da più persone, che sono fredda. Che inizialmente io, cresciuta con un'educazione calvino-stalinista con influenze giapponesi, pensavo fosse un complimento. E invece no. Dunque, sono a-romantica, si è detto, e pure fredda. Mentre evidentemente dovrei essere sentimentale e pronta a sciogliermi in lacrime ad ogni occasione, peccato che questo se non sbaglio venga chiamato "isterismo", e nell'Ottocento lo curavano con dei proto-vibratori perché, si sa, le donne sono isteriche e l'unica cosa che le può far stare bene è quella cosa lì. Scusate, ma non ne sono convinta.

Comunque, leggevo questo articolo di Velvet dal promettente titolo: Single per scelta (originale, nevvero?). C'è questa scrittrice americana di nome Tracy McMillan, che, forte di tre matrimoni e altrettanti divorzi, si è messa in testa di insegnarci dove sbagliamo nelle relazioni e come farci sposare (e tenerci l'uomo).
Con un approccio sinceramente un po' sorpassato, la Tracy elenca cinque categorie di donne "insposabili", ovvero: 1) le stronze; 2) le pazze (ricordate quanto si diceva dell'isterismo poco sopra? Ecco, appunto); 3) le facili ("la nostra scrittrice usa in realtà una parola molto più forte", scrive la giornalista di Velvet, Deborah Ameri, che cito solo per lodarne l'imbarazzo palpabile nel terminare la frase, è chiaro che non ci crede nemmeno lei: "... e lo fa appositamente per provocare"); 4) quelle che si odiano; 5) le egoiste.
Ora, così a prima vista, io potrei appartenere o alla categoria "quelle che si odiano" (l'adolescenza lascia sempre i suoi segni, no?), o delle "egoiste" ("Specialmente dopo anni di singletudine, si approcciano agli uomini con un comportamento che passa attraverso l'Io", e attraverso cosa, sennò? Il Tu, per passare subito alla categoria 2? Il Noi, per farlo scappare, e giustamente, programmando già al primo appuntamento la propria vita insieme? Altri pronomi personali meno inquietanti?).

Ma la vera sorpresa è che potrei invece appartenere al gruppo numero 1. Cito la nostra Deborah Ameri, che così riassume dalla Tracy: Paragoniamole a Reykjavik, capitale dell'Islanda ...(fico!) Destinazione interessante, per qualche giorno. Ma troppo fredda e inospitale per viverci (e infatti non ci vive nessuno. Mica si è appena detto che è una capitale?). "Se vi sentite superiori agli uomini (che esagerazione, solo ad alcuni... vabbè, solo a MOLTI, ma è oggettivamente vero), se siete arrabbiate con loro perché vi possono far soffrire (sono arrabbiata con quelli che mi HANNO fatto soffrire, perché non si meritavano tutta questa attenzione), se non piegate mai la loro biancheria (e perché mai dovrei farlo?), allora appartenete alla categoria (mi sa che celo). Potete essere sexy, intelligenti, dinamiche e interessanti, ma se non siete anche dolci e affettuose, nessuno vi sposerà mai (me ne farò una ragione)". Meno male che la giornalista commenta, con un ultimo sussulto di orgoglio: "Analisi lucida, ma un filo conservatrice". Un filo?? In confronto, la Lady Grantham di Maggie Smith è una hippy. E Charlotte, l'amica di Elizabeth che sposa Mr Collins perché "ormai ho 26 anni, sono già un peso per i miei" una suffragetta.

Altra illuminazione da treno (stavolta al ritorno, probabilmente motivata dalle letture così stimolanti per l'intelletto a cui mi sono dedicata ieri): Sono troppo vecchia per fare la lolita, troppo giovane per avere il toy boy.

E poi mi stupisco perché mi viene la febbre.

Ultima perla di saggezza del post (in seguito a delle foto pubblicate su Facebook, dove le mie amiche sono carinissime e io sembro quella scema del gruppo): una volta mi è stato detto sai? non sei per niente fotogenica. Uno dei migliori complimenti evah.

Aggiornamento #1 (4.12.2012 h 19.53)
Il carovicino si è beccato la febbre pure lui, e ipotizza ipocondriacamente una sorta di intossicazione dovuta al discutibile cino-giapponese dove abbiamo pranzato. La fine è vicina. Se non dovessi riprendermi mai più, addio, è stato bello, fate un pranzo a base di sushi per ricordarmi, ma, ve ne prego, non un all-you-can-eat. Trattatevi bene, per una volta.

Aggiornamento #2 (5.12.2012 h 21.09)
Il marchigiano, offeso profondamente dalle insinuazioni del carovicino, regala una perla di saggezza indicativa della sua positività nei confronti della vita: "il peggio deve sempre venire". Così, giusto per farvi capire il mood.