domenica 28 ottobre 2012

Punti di vista

Θαυμάσια που τρέχει ο ουρανός, αν κρίνεις απ'τα σύννεφα


(Il cielo corre in modo stupendo, se giudichi dalle nuvole)
Odysseas Elytis

*

Ho sempre avuto un rapporto complicato con la poesia. Spesso non la capisco, spesso non mi appassiona. Non mi esalto per la geometrica rispondenza dei sonetti, e, a dirla tutta, preferisco la prosa lirica. Solo a volte mi commuove, solo a volte mi ispira. A volte un singolo verso mi resta dentro, confondendosi con il testo di una canzone (la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude è sono riusciti a cambiarci, ci sono riusciti, lo sai), o galleggiando tra domande e sensazioni diverse a seconda dell'umore e della luce (verrà la morte e avrà i tuoi occhi, ma è la morte che, quando arriverà, si prenderà anche i tuoi occhi, come la cose più bella e preziosa e pura e viva e innamorata, oppure è il suo sguardo che, quando la morte finalmente mi guarderà in volto, riconoscerò come il tuo?).

Di certo non la scrivo, non ne sono capace. Raramente la leggo (un libro di poesie intero non mi tenterà mai, meglio a piccole dosi possibilmente casuali).

Per questo, quando mi capita di leggerne per caso, e di rimanerne colpita, e magari è un singolo verso che ti colpisce testa e cuore e dipinge mondi e domande e orizzonti e improvvise rivelazione... per questo ci penso, ci ripenso, se è il caso la traduco e ritraduco. E poi ne voglio parlare.

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Così è chiaro che, qui, è solo questione di punti di vista. Che non diresti mai che è il cielo a correre, ma perché non hai mai fatto delle nuvole il termine di paragone.

E che quando ti sembra che tutto sia immobile, forse hai dimenticato di guardare nel modo giusto (o meglio: che c'è un altro modo di guardare), come in quelle figure dove i due profili neri che si toccano nascondono un vaso bianco.

Nessuna sconfitta è totale, non c'è male che non nasconda del bene.
And if you can't laugh, then smile.



sabato 20 ottobre 2012

Will you still need me, will you still feed me, when I'm 24?

Dopo essere sopravvissuta alla maledizione dei Blink (a ventitré anni, non piaci a nessuno), è tempo di affrontare la grande domanda beatlesiana (avrai ancora bisogno di me, ma soprattutto mi darai ancora a magnà), anticipandola di una quarantina d'anni. (Per citare Guia: "sono sempre stata precoce, nella mia senilità").

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Qui per un'ulteriore canzone a tema.

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Probabilmente la risposta alla beatlesiana domanda non è "aw :3", ma "impara a farti la tua frittata da solo".


lunedì 15 ottobre 2012

Perché leggere "L'isola di Arturo"

Come fui sul sedile accanto a Silvestro, nascosi il volto sul braccio, contro lo schienale. E dissi a Silvestro: - Senti. Non mi va di vedere Procida mentre s'allontana, e si confonde, diventa come una cosa grigia... Preferisco fingere che non sia esistita. Perciò, fino al momento che non se ne vede più niente, sarà meglio ch'io non guardi là. Tu avvisami, a quel momento.
E rimasi col viso sul braccio, quasi in un malore senza nessun pensiero, finché Silvestro mi scosse con delicatezza, e mi disse: - Arturo, su, puoi svegliarti.
Intorno alla nostra nave, la marina era tutta uniforme, sconfinata come un oceano. L'isola non si vedeva più.

Elsa Morante, L'isola di Arturo

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Soltanto per questo.

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Davvero, nonostante mi senta un po' blasfema a dirlo: a me L'isola di Arturo non è piaciuto. La trama riesce a essere ad un tempo irreale e banale, i personaggi sono tutti antipatici, e la narrazione (dato che è fatta in prima persona dall'esaltato ex adolescente protagonista) è turbata da troppi puntini di sospensione e troppi punti esclamativi.

Però  la conclusione, quella sì. Quella salva tutto, e, per quella, ne vale la pena.



martedì 9 ottobre 2012

I am Merida, and I'll be shooting for my own hand

Oggi, finalmente, parliamo dell'ultima principessa Disney sfornata (per ora) da quei bravi ragazzi della Pixar (che continuano a fare cartoni animati per le ex bambine degli anni 80).

Signore e signori, ecco a voi: Ribelle (per una volta un titolo tradotto migliore dell'originale, che come tutti sappiamo è The Brave. Alla Disney italiana devono avere una visione molto ottocentesca e romantica del coraggio).

Ed ecco a voi anche la prima, sconvolgente verità:

Merida è una principessa anomala.


No, non perché fa la "ribelle", sbuffa contro sua madre, non si vuole sposare secondo le tradizioni, tira con l'arco, ed è rossa anziché bionda. Tutte le Principesse Disney erano un po' ribelli (l'ultima: Rapunzel che esce dalla torre), contestavano l'autorità genitoriale (Ariel, per esempio, che aveva pure i capelli rossi: era il 1989, tuttavia, e i capelli erano davvero rossi tipo pomodori troppo maturi, non arancioni come natura vuole), rifiutavano i matrimoni combinati (persino quella selvaggia di Pocahontas!), e facevano i maschiacci (un nome per tutti: Mulan).

Merida è bruttina.

"Come sarebbe a dire, bruttina?"

Bruttina per gli standard delle Principesse Disney, badate bene: ha ovviamente una pelle d'avorio, e i suoi capelli ricci e rossi sono quanto di più bello potrei sognare di avere; ha gli occhi azzurri e un vitino da fare invidia a Rossella O'Hara.

Il nasino, però, è molto piccolo nel viso tondo, e praticamente non ha mento. Soprattutto, non ha il fisico da pin up che persino quella che sapeva leggere (Belle) sfoderava: resta una bambina, anzi, una ragazzina in piena pre adolescenza, come le litigate con la madre sulla riga del tu non mi capisciiii dimostrano.

E io la adoro per questo.

Al mondo risulta peraltro inconcepibile che la nuova Principessa Disney sia di una bellezza fuori canone, molto normale, e tutt'altro che sexy: niente faccino ingenuo e sognatore, niente abitini rosa e svolazzanti. Occhi grandi ma niente flap-flap compulsivo di ciglia, capelli lunghi ma non appena usciti da una pubblicità Panthène, sorriso da ragazzina e non da seduttrice.

La tipa a sinistra NON C'ENTRA UNA CIPPA!
(Ho trovato l'immagine per caso, qui. Cito doverosamente dal post: Give our girls some credit, Disney, for crying out loud!!!  They don’t need everything to be prettied up and made princess-y and shiny to want to wear it!)
Merida non ha la voce da usignolo, è una frana in tante cose, è goffissima nel vestito elegante che dovrebbe farla apparire una lady (memorabile la scena in cui, per tirare liberamente con l'arco, lo lacera. Mi aspettavo diventasse anche enorme e verde, peccato che non sia successo).

Merida, soprattutto, non spasima per l'amore, vero o finto che sia, anzi, non ci pensa proprio. Le Principesse Disney hanno tutte sedici anni (Rapunzel , che a DICIOTTO anni è ancora rinchiusa nella torre, è veramente un'eccezione): Merida ne dimostra al massimo quindici, e anzi, io gliene darei quattordici.

I cosiddetti pretendenti sono tre, uno più ridicolo dell'altro (si ricorderà che avevo particolarmente apprezzato il giovane Macintosh. La sua faccia sveglia mi ricorda il Trota, in una versione meno repellente), ma, diversamente da quanto mi aspettassi, non ne salta fuori un quarto, della serie "poveromabello", "nemicomaintelligente", "vecchioamicod'infanziamaancheno". Lei, gli stupidimaschi non se li fila, sarà che è ggiovane, sarà che sta bene così, sarà che per ora non ha ancora incontrato qualcuno che le interessi.

La trama è, di conseguenza, tutta giocata sul conflitto con la madre (La Madre!), che, per semplificare le cose viene trasformata in orso (ed è buffissima. Voglio una madre orso. E i capelli rossi e ricci).

E voglio anche una bimba/scricciolo tutta capelli.
Livello estrogeni: +100
E sarà vero che l'argomento non è forse il più originale al mondo, ma l'evoluzione della mentalità umana (e disneyana soprattutto) è più lenta dello scioglimento dei ghiacciai (i quali, per parte loro, si sciolgono anche parecchio velocemente): Ribelle è un film rivoluzionario, perché è il primo in cui la protagonista è una Principessa che non solo non pensa al Principe, e nemmeno al Vero Amore, ma che non lo incontra neppure (Jasmine si era poi infatuata di quel poco di buono di Aladdin, e una donna di mondo come la Tiana de La Principessa e il Ranocchio si innamorava del Principe).

In generale, non c'è molta fiducia nel genere maschile: il padre è simpatico ma inetto, e racconta sempre le solite cose, i tre fratellini sono delle pesti mute, i padri dei pretendenti sono dei fanfaroni, e, lasciati gli uomini da soli, finiscono inevitabilmente a bere, a vantarsi, e a scatenare risse. Non è che siano cattivi, è che se ne fa a meno.

Discutibile solo l'uso dei fuochi fatui che dovrebbero "indicarti il tuo destino": cosa, esattamente, il cimitero? Ma quanta gente in decomposizione c'è in Scozia?

Thumbs up per la cuoca tettona e svampita che, in questo nuovo corso disneyano (che porterà la rivoluzione sessuale anche alle principesse, ne sono sicura), si becca l'unico uomo figo (una sorta di Kahl Drogo, ma scozzese).

domenica 7 ottobre 2012

Aggiornamenti compulsivi e paura del futuro

Lunedì 24 settembre
Mi hanno rubato il portafogli. Un po' me lo merito, perché sono stata veramente stupida: sono arrivata alla conclusione che me l'abbiano fregato in biblioteca in Università. Biblioteca dove, ricordiamolo, non si può entrare con la borsa, perché sia mai che qualcuno sia indotto in tentazione e si voglia portare via i vecchi volumi degli Oxford Classical Texts... ma dove, a quanto pare, un portafoglio roncioso può essere prelevato senza che se ne accorga non solo la proprietaria (che vabbè, è scema, e completamente obnubilata da libri di Linguistica storica che lei non riesce a capire), ma anche nessun altro. Ora, dico io, siamo in una biblioteca di LETTERE. Di un'Università STATALE. Cosa pensi ci sia dentro? VENTI EURO (e ringrazia, Anya!, cit.) Venti euro e TUTTO IL RESTO.
Ovvero:
- carte della banca (bloccate prima che venissero utilizzate, tiè)
- il tesserino della biblioteca
- il tesserino universitario
- il tesserino universitario dell'UNIL, insostituibile. Ti odio per avermelo preso, era il piccolo segno tangibile della mia vita lausannoise.
- la patente
- la carta d'identità, rifatta un anno fa, prima della partenza. Per la prima volta nella mia vita, ero fiera della foto della mia carta d'identità. Per la prima volta nella mia vita, venivo bene in una foto, anzi, in una FOTOTESSERA. Chiunque mi abbia privato di questa gioia semplice e narcisistica si merita le pene dell'inferno.
- biglietti del treno (ho dovuto supplicare il capotreno di lasciarmi tornare senza), biglietti da visita, carta regionale dei servizi, tessera della biblioteca, cartacce varie.
- un foglietto storico 
- un mini-topino playmobil preso a Losanna, durante la prima visita di A.

Avrò la mia vendetta, in questa vita o nell'altra. Mai, mai, mai mettersi contro una che si affeziona alle COSE.

Martedì 2 ottobre
"Guardi, io pensavo di darle questo voto, ma ha un bel libretto, se vuole rifiutare..."
"Sta scherzando?! Certo che no, lo accetto!"

L'ultimo esame è stato con la stessa prof con cui ho fatto il primo, nel lontano gennaio 2008, e ha avuto lo stesso esito sul libretto, ma io, da dopo martedì, mi sento leggera.

Ho finalmente avuto tempo di finire A Dance With Dragons senza interruzioni, senza sensi di colpa, senza altro da fare, bloccata a Milano dallo sciopero, seduta pigramente al sole. (Il 2 ottobre è uscito anche The Second Law, tra l'altro. Che, comunque, a me piace. Sì, erano meglio i Muse di una volta, io ho pessimi gusti, non ci capisco niente. A me continua a piacere, e non penso che i miei pessimi gusti possano fare del male a qualcuno).

Sono andata in piscina, mi mancava, e mi sono iscritta in palestra (per un mese). Ritenzione idrica, non mi avrai.

Faccio ripetizioni, e mi diverto pure (e mi coinvolgono in un corso di italiano per stranieri).

Progetto di tagliarmi i capelli (non appena le ripetizioni di cui sopra mi daranno i fondi necessari).

Ora ho piani da fare e un futuro (uno immediato e un altro un po' più lontano) da organizzare.


PAURA.

Capitemi, io non so fare nulla. Andrei avanti a studicchiare come ho sempre fatto, scrivendo di Principesse Disney e stupidimaschi di tanto in tanto, pretendendo di essere arguta e originale, quando so benissimo che la Vita Vera mi aspetta con impazienza, ma io ho voglia di arrivare in ritardo, perché non ho niente da proporle. 

Mi manca il mio studiò con la tendina blu.

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So ascoltare. Scrivere di aria fritta. Fissarmi sulle cose.
Ho un sacco di nozioni utilmente inutili su Grecia, Roma e letteratura.
E so di chi potermi fidare, di chi e di che cosa mi rende migliore (e scusate se è poco).